2022 / pag. 216 / € 15
ISBN 979-12-80848-21-5
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Cosa può esserci ancora di pornografico in un tempo in cui tutto è osceno? Questi racconti, a partire dalla negazione presente nel titolo dell’intera raccolta, sembrano ricordarci che la famosa categoria di genere non appartiene più alla sfera del proibito. Le storie che si succedono in (Non) sono racconti porno sono infatti nient’altro che reportage minimi di una coscienza collettiva. I protagonisti appartengono a ogni possibile classe sociale (impiegati, macellai, ricchi imprenditori), ma sono accomunati dalla stessa voluttà fondata sull’abuso, sulla supremazia e sulla lotta sociale come legge darwiniana irrevocabile.
[Vincenzo Frungillo]
SH4 è Barbara, Floriana, Sabina e Silvia. Rispettivamente una sociologa, una fisica, una ingegnera e una matematica. Quattro donne con una stanza tutta per loro.
Barbara Della Notte è nata a Napoli durante un’eccezionale nevicata che ancora molti ricordano, è cresciuta a Formia ed è emigrata prima a Milano e poi a Roma sbarcando infine nel luogo a lei più congeniale, un’isola. Ipocondriaca e ansiosa, sopravvive grazie alla pazienza degli amici e a una buona dose di ironia e curiosità. Attacca bottone con chiunque ma le piace vivere da sola. Ama il mare, il cinema, le parole, il jazz, suo nipote e il trekking. Non necessariamente in quest’ordine. Da bambina sognava di fare la scrittrice e di vivere in un’enorme casa sulla spiaggia con un peloso cane bianco. Una parte di quel sogno vorrebbe ancora realizzarla. E non è il cane, né la casa grande.
Floriana L’Arco ama le Madonne fondo oro delle tavole del Quattrocento, mangiare e bere (soprattutto bere), ama salire in cima alle montagne, odia camminare però è costretta a farlo altrimenti non arriverebbe in vetta. È detta wikiflo perché ha una memoria formidabile per ciò che le interessa veramente. Floriana detesta gli aggettivi dimostrativi e le persone che usano l’apostrofo al posto dell’accento. Adora il teatro e in passato ha calcato varie volte le scene insieme al suo narcisismo.
Sabina Intrivici si definisce felicemente raminga ed è in cerca del prossimo luogo in cui andare a vivere. Orgogliosa della sua terra bedda, è legata con sentito affetto a Torino e adora Milano per la sua effervescenza. Non potrebbe concepire un mondo dove non sia consentito viaggiare. Non sopravviverebbe al divieto di chiacchierare. In metro viene rapita da discorsi comuni di passeggeri sconosciuti. È un’insaziabile curiosa. Karate, danza classica, canto jazz sono stati alcuni timidi assaggi di vita. Ah, esplorare i fondali di Linosa è stato per lei tanto smarrirsi (per la paura!) quanto ritrovarsi nel brodo primordiale. Odia le zanzare.
Silvia Spera si commuove davanti alle formule matematiche che sono l’anima del mondo. Ama suo figlio Riccardo, tanto, tantissimo. S’immerge in acque profonde sentendosi parte del mare e delle sue onde. Le piace alzare il volume dei silenzi delle notti d’estate, le t-shirt bianche per scriverci sopra qualcosa, quando il vento si leva, il sapore del FiordiFragola e la pioggia tranquilla che rinfresca la terra, quando il vento si leva. Silvia si emoziona sempre e troppo per le cose della vita, odia chi rimanda e chi non partecipa. Non lascerebbe Roma per nulla al mondo. Ha un sogno: avere un giorno la vespa di Nanni Moretti.