2021 / pag. 216 / € 25
ISBN 978-88-94879-79-7
Le pagine di questo libro ci conducono negli angoli meno conosciuti di una storia che tutti abbiamo il dovere morale di conoscere e di ricordare. Un lucido racconto del contesto storico e culturale che portò all’affermazione del nazismo. Una disamina senza sconti delle responsabilità e delle omissioni che permisero lo sterminio degli Ebrei. Un libro che coinvolge ed emoziona attraverso una scrittura che riesce a essere lieve e incalzante. Una finestra sul passato dalla quale volgere lo sguardo al presente e agli scenari del futuro. Una lettura essenziale, soprattutto per le giovani generazioni.
A ragione Winston Churchill soleva dire che “più si riesce a guardare indietro, più avanti si riuscirà a vedere”. Nella conoscenza del passato maturano la consapevolezza e la responsabilità di fronte al presente. Conoscere, interessarsi, ricordare, fare memoria non è soltanto un viaggio alla scoperta di ciò che è stato; non è una forma di scavo archeologico. È molto di più. Ricordare può essere un atto capace di portare alla luce le potenzialità inespresse che giacciono nel passato, rimaste sopite e che attendono di dar vita al futuro e quindi, paradossalmente, divenire “ricordo del futuro”. Ricordare può assumere il significato di una ribellione, di una resistenza contro un presente che, attraverso l’oblio del passato, rende tutti più fragili perché più inconsapevoli. Ricordare è porre noi stessi nelle condizioni di riconoscere i pericoli ovunque si annuncino e con qualsiasi volto si presentino.
(dalla Prefazione)
Nicola Reale, giornalista e scrittore, ha operato nel mondo sindacale come capo ufficio stampa, come direttore responsabile di periodici a carattere socio-economico, nonché nel settore della formazione. È stato responsabile della comunicazione e delle relazioni esterne in aziende italiane di primaria importanza. Nel 2017 ha esordito con successo nell’editoria con Come fuscelli nel vento, una storia ambientata nel periodo dell’occupazione nazista del Lazio meridionale. Nel 2020 ha vinto il Premio nazionale Dragut con il racconto Il Varco, ispirato a una storia vera nella Roma del 1944. Da sempre impegnato in attività sociali e culturali, ha anche svolto attività politica come indipendente e in difesa della legalità, dei diritti dei più deboli e contro le mafie. Di Sperlonga, vive a Gaeta.