Copertina Saggio Lorca web2023 / pag. 166 / € 15
ISBN 979-12-80848-51-2

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Partendo dalle affermazioni del poeta circa i problemi della sua infanzia, questo saggio ne analizza il percorso di vita, soffermandosi sulla fase adolescenziale e cercando corrispondenza nella vasta produzione poetica di Federico García Lorca. Dall’ipotesi di una correlazione tra il vissuto infantile del poeta rispetto allo sguardo e la metafora degli occhi nell’opera La balada de Caperucita, si ripercorrono le teorie psicoanalitiche tradizionali, le coincidenze dei comportamenti di Lorca con i problemi irrisolti della sua infanzia per poi trasporli sui piani simbolici e metaforici della produzione artistica. Ci si sofferma quindi sulle caratteristiche del nucleo familiare, analizzando le figure materna e paterna e rilevandone le incongruenze sul modello della scienza pedagogica. Si arriva a dimostrare la correlazione tra i disagi del giovane poeta e il linguaggio metaforico impiegato. La balada de Caperucita viene analizzata nelle sue caratteristiche e, rispetto al vissuto del poeta, come viaggio introspettivo. Si considerano personaggi, ambientazioni e rimandi letterari come tecnica terapeutica e si propone un’ipotesi interpretativa del poema su base comparativa.

Daniela Sannipoli è docente di Lingua e Cultura spagnola nei licei e contrattista presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale. Perfezionata in DSA all’Università europea di Roma e in Scrittura autobiografica nei contesti educativi e scolastici all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. È autrice di pubblicazioni scientifiche. Ha dato alle stampe le raccolte poetiche Rosso fuoco, Menna Editore, Avellino, 2009, e Il mio amore è intraducibile, deComporre Edizioni, Gaeta, 2015. Ha avuto riconoscimenti letterari ed è presente in numerose antologie.

Copertina Il Diario Della Gratitudine web2023 / pag. 400 / € 18
ISBN 979-12-80848-40-6

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La narrazione di Hamid Barole Abdu, pur svolgendosi con leggerezza attraverso episodi e aneddoti, offre, accanto al coinvolgimento personale, un punto di osservazione laterale, dal quale spiccano i controsensi, gli squilibri e i paradossi delle situazioni descritte, quasi con lo stupore e la curiosità antropologica di un perenne visitatore. La scrittura della storia non segue un filo temporale, ma quello tematico della tensione per l’integrazione e le sue difficoltà, tanto nella società tradizionale in cui Hamid è cresciuto sotto l’impero etiopico, quanto più nelle successive situazioni di migrazione. La sua partenza è già una ricerca di aperture di crescita che lo portano a esplorare infaticabilmente dimensioni sociali e culturali in ogni circostanza e a orientarsi istintivamente verso quei luoghi di cultura operativa dove esperienze innovative risultano praticabili. La stessa modalità descrittiva di Hamid ci mostra lo strumento dialettico della sua resistenza psicologica e culturale, nel rapporto con la realtà circostante, tra attenzione puntigliosa, amarezza ironica e passione per gli esseri umani.

[Franco Bosante]

«Ho voluto raccontare, pur se romanzandola, la mia vita, coi molteplici passaggi tra Africa ed Europa, proprio per dire che ogni persona ha sentimenti, sofferenze, affetti, amori, problemi, traversie, attese, speranze. Senza giudizi ho sentito il bisogno di aprire il mio cuore e condividere le mie esperienze, sia belle che brutte, non per condannare o assolvere la società che mi ha visto nascere o quella che mi ha accolto, ma per dire semplicemente che... SONO UN ESSERE UMANO e abito il pianeta. Come tutti ho pianto, ho avuto sete, fame, bisogno di soldi, lottato, sofferto... ho avuto bisogno di affetto, di comprensione, di terapie, di perdono, di litigare e di riconciliarmi... Ho attraversato momenti sereni e altri in cui sentivo un coltello penetrarmi la schiena... Con questa storia vi chiedo di capire le mie angosce, condividere le mie paure, le fissazioni d’inferiorità che spesso accompagnano noi africani o di superiorità che sono proprie degli occidentali».
La storia di mezzo secolo di vita speso a salvaguardare la propria cultura di origine, cercando di non soccombere alle varie difficoltà d’inserimento, conducendo il lettore per mano nei meandri di quel malessere che da sempre e ancora oggi sporca di razzismo e bipolarità la coscienza e l’intelligenza di una società che si vorrebbe emancipata e pronta al grande salto. Il viaggio di Hamid, condotto tra vita vissuta e dialogo interiore, alla ricerca dei codici genetici per restare umano, Cittadino del Mondo, con gli identici diritti e doveri di chi lo ha accolto, con convinzione o perché in ogni caso diventato di fatto il suo prossimo!

Hamid Barole Abdu, scrittore e poeta di origine eritrea, vive in Italia da mezzo secolo. Con la presente autobiografia, che ha voluto intitolare Il diario della gratitudine, la vita di SHIH SHENKETIH, intende narrare e celebrare i suoi primi 50 anni di presenza nel nostro Paese di cui è diventato Cittadino a tutti gli effetti nel 1983. Nato in Eritrea il 10 ottobre del 1953, è arrivato nel Bel Paese a soli vent’anni, nel 1973. Attualmente vive in Emilia Romagna, in provincia di Reggio. Ha già pubblicato una ventina di libri e una dozzina di articoli che trattano tematiche legate soprattutto al disagio psicosociale degli immigrati. Molto attivo per i diritti umani, in particolare a favore de I dannati della Terra, è esperto di interculturalità e integrazione.

Ha scritto:
Akhria – io sradicato poeta per fame, Libreria del Teatro, Reggio Emilia, 1996
Sogni e incubi di un clandestino, AIET, 2001
Seppellite la mia pelle in Africa, Artesampa, Modena, 2006
Il volo di Mohammed, Libertà, 2010
Rinnoversi in segni... erranti, 2013

Copertina Io Sono Istar web2023 / pag. 214 / € 18
ISBN 979-12-80848-39-0

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Ti sei mai chiesta se vieni da un altro pianeta? E se Dio fosse anche donna? Allora questo manuale di crescita personale fa per te. Un libro in cui in ogni capitolo vengono illustrate strategie efficaci per liberarti di zavorre che da secoli pesano sulle spalle del Femminile: dalla bassa autostima alle relazioni tossiche, dalla sindrome della crocerossina al giudizio degli altri, dalla suocera invadente agli stereotipi di bellezza, dall’ansia alla fede ritrovata. L’insieme di queste strategie compone il metodo Formula della Felicità di Miraja, frutto di oltre 20 anni di studi e ricerche che ha già aiutato migliaia di persone nel mondo. Per meglio guidarti nel superare ognuno di questi deserti e arrivare finalmente all’oasi felice, l’autrice rivela il suo diario segreto scritto durante il percorso con la psicologa e spiritual coach. Quello che ne viene fuori è ai confini dell’inverosimile.

Miraja, nome d’arte di Miriam Jarrett, è una Motivatrice inclusiva. Di padre americano, cresciuta solo con sua madre disoccupata, ha sempre sentito di avere una missione. In piena pandemia ha fondato Desert Miraje®, brand di Comunicazione positiva e Sviluppo personale per guidare le donne e chiunque si senta oppresso a ribellarsi, risvegliarsi e realizzarsi. Ha creato la Formula della felicità, percorso basato interamente sull’omonimo metodo per trovare l’ikigai, “ragione di vita”, che aiuta a rinascere e avere successo nella propria autenticità. Parallelamente ha fondato il Desert Miraje® Magazine, inchieste e storie di vita online, letto in oltre 80 Paesi nel mondo e primo settimanale in Italia del settore. Autrice di diversi eventi e format di successo, vincitrice di molte borse di studio in Italia e all’estero, ha una triennale in Lettere Moderne e una Magistrale in Giornalismo d’inchiesta conseguita con lode presso La Sapienza di Roma, un Master in Diversity Management & Gender Equality, un Master in Coaching e Sviluppo Personale e un Diploma in Raqs Sharqi, stili mediorientali fusion e danza sacra, dopo aver frequentato Accademia di danza e recitazione a Napoli.

Copertina La Verita Nella Bibbia web2023 / pag. 136 / € 10
ISBN 979-12-80848-38-3

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L’autore è riuscito, con semplicità, a seminare davvero le Sacre Parole, portando i suoi lettori all’essenziale della vita vera, cioè la comunicazione con Dio stesso che ha parlato e continua a farlo ancora oggi. Quest’opera, in sostanza, illumina le menti con parole che toccano anche il cuore e aiuta a capire l’essenziale della Theologia, ossia il “parlare di Dio”, spiegando concetti alti in modo umile e concreto.

[S. Sidarous,
Pontificia Università Antonianum]

Frate Agostino Mounir è nato il 20 luglio del 1985 in Egitto. Nel 2007 ha ottenuto la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università del Cairo. Nel 2013 ha conseguito il Baccalaureato in Teologia preso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale. Nel 2020 ha ottenuto la licenza in Teologia Biblica presso la Pontificia dell’Italia Meridionale. Nel 2021 con deComporre Edizioni ha già dato alle stampe Il colpevole tra giustizia e misericordia. Attualmente è parroco nella chiesa di S. Leonardo a Tufo di Minturno.

Copertina Accendi Il Mio Fuoco web2023 / pag. 150 / € 15
ISBN 979-12-80848-32-1

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Il volume raccoglie le riflessioni di don Antonio Cairo, parroco della chiesa di Sant’Albina, Scauri (LT), per tutte le festività e le domeniche del tempo ordinario. «Omelie che presentano una brevità e una musicalità frutto di un lavoro particolarmente intenso. Nate per essere dettate in contesto televisivo, trovano un alfa e un omega in una manciata di minuti e non possono permettersi deviazioni, excursus, allontanamenti, anche quando le letture della Sacra Scrittura sono particolarmente ricche e richiederebbero un maggior numero di parole. Don Antonio riesce sempre ad arrivare al punto, a lasciare all’interlocutore un’idea e un’immagine, e il desiderio di ritornare al testo per andare maggiormente in profondità. Se c’è un’attitudine che riconosciamo a don Antonio, in mezzo a mille altri meriti, è la capacità di aprire mondi e possibilità all’interlocutore: conosce molto bene l’esegesi e la predicazione, ma non ha bisogno di mostrare in maniera muscolare le sue conoscenze pregresse, intende piuttosto essere come il maestro platonico, detentore della fiamma: il discepolo, come paglia, si avvicina alla fiamma e prende fuoco. Una volta che la fiamma divampa, deve andare da sé e il discepolo non deve più rimanere accanto al maestro».

dalla Prefazione del
Prof. P. Armando Genovese msc
Pontificia Università Urbaniana

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