2022 / pag. 164 / € 15
ISBN 979-12-80848-08-6
La Melanconia è una condizione dell’animo umano presente già dalle origini dell’uomo. Nelle varie epoche, fino a oggi, il tema ha influenzato le arti e la società stessa: da una parte come un mal di vivere che scava nel profondo l’individuo, dall’altra come una lenta ed emozionante discesa nella consapevolezza della vita, della finitezza dell’essere, appunto, umani, limitati. Il tessuto sociale di oggi è lacerato e lo strappo ha creato un senso melanconico nello stare in società come frammenti solitari che si chiudono in sé stessi per paura del nuovo. La chiusura, però, non è la soluzione ai dolori dell’animo: il melanconico di oggi è l’individuo triste che non conosce la causa del suo stato. Quale trattazione si può creare attorno a una società che piange e si tormenta saltando da un’ansia all’altra? Come costruire consapevolezza e accettazione in un universo chiuso che grida allarme? Il mondo dell’informazione e le arti sono l’unica risposta al dolore, le parole interpretano il passato e il futuro: devono sviscerare il problema là dove vige la superficialità di un silenzio omertoso.
Claudia Manildo, nata a Napoli nel 1996, vive a Gaeta fino alla maturità, si laurea all’Università degli Studi di Siena in Scienze della Comunicazione con una tesi sulla problematica degli introiti per il nuovo paradigma del giornalismo sul web e si specializza all’Università di Parma in Giornalismo e Cultura Editoriale, dove conclude il percorso con una ricerca sulla melanconia e la semiotica delle passioni. Attualmente è praticante giornalista e collabora con diverse realtà online. Ha fondato il blog Virus Culturali insieme alla sua collega Eleonora Di Vincenzo, recensisce libri su Instagram (@il_pesodelleidee) e Melanconia espressione dell’epoca è la sua prima pubblicazione.