2022 / pag. 182 / € 15
ISBN 979-12-80848-25-3
Anche in questa XI^ edizione del Premio Dragut, ho accolto volentieri l’invito del Comitato organizzatore a presiedere il coordinamento delle giurie delle quattro sezioni in cui il concorso si suddivide, prestando con entusiasmo e gioia la mia fattiva collaborazione. Partecipare a una manifestazione che ha superato il decennale mi ha reso orgogliosa, soprattutto per la stima che nutro verso il Comitato Dragut ODV e verso i giurati tutti che non hanno minimamente esitato ad aderire all’invito e a rendersi disponibili alla valutazione di opere di poesia, narrativa, arte e fotografia giunte da diverse parti d’Italia. Con loro prima e poi con i finalisti e i vincitori, ho avuto modo di condividere la lettura e la visione di opere emozionanti, rivelatrici di sensibilità differenti, stili originali e tematiche che accendono i riflettori e spaziano sulle tematiche più disparate e attuali del vivere. L’idea iniziale del Premio, che dalla sua istituzione ai nostri giorni, vuole oltrepassare ogni miopia per “restituire” al territorio geografico in cui è nato, ma anche superandone i confini di ogni ordine e grado, a una collettività più ampia e “sonnacchiosa” quello che un sanguinario corsaro di nome Dragut (e via via tanti altri personaggi e/o circostanze storiche vicine o lontane) depredò o negò. «Bisogna seminare per poi raccogliere i frutti», è stato scritto nella prefazione all’antologia della decima edizione, ebbene, è quello che s’intende continuare a fare, avvalendosi di collaborazioni e di sinergie che ampliano ogni anno di più gli orizzonti, contribuendo non solo alla crescita del Premio in quanto tale, ma della mentalità del “fare rete” per migliorare una collettività in fermento, non solo dal punto di vista culturale in senso stretto, ma in più aspetti del vivere sociale. Stimolare alla scrittura, la lettura, l’arte, lo studio, la fotografia, la creatività, l’originalità, serve a fermarsi, a valutare, a riflettere, a rimboccarsi le maniche, a proseguire con più speditezza. Dragut, insomma, torna ogni anno non più per depredare ma per restituire... per omaggiare e farci rendere grazie a quanto abbiamo già e a quel che si potrebbe avere in futuro.
[Sandra Cervone]
Sandra Cervone, giornalista pubblicista dal 1992, è nata e risiede a Gaeta dal 1961. Ha collaborato con il quotidiano Il Messaggero, redazione di Latina e curato l’Ufficio Stampa di numerose manifestazioni culturali per conto del Comune di Gaeta. Presidente dell’Associazione Culturale e casa Editrice deComporre, è anche l’addetto stampa della Breast Unit del Santa Maria Goretti di Latina Ha all’attivo numerose raccolte di versi e racconti. Da menzionare, per quanto riguarda la narrativa, sono: Oltre. Racconti del probabile (2013), Come una conchiglia (2015) e Tre di numero (2022) mentre per la Poesia ricordiamo Storia di un amore impossibile (1989), Andromaca e le altre (1997), Ali (2003), Di petali la luna (2010), Cantico Rupestre (2020) e L’aurora (2022), volume condiviso congli autori Max Condreas e Pasquale Vaudo. Ha vinto concorsi letterari e fatto parte di Giurie in varie zone d’Italia.