2012 / pag. 104 / € 10
ISBN 978-88-907136-3-7
Una stazione è il luogo della rappresentazione, luogo simbolo del passaggio dalla vita alla morte; un bambino è l’emblema della fuga dalla morte per la vita mentre le valigie sono custodi delle storie, conchiglie alle quali il bel personaggio di Angelo – il fattorino – accosta il suo orecchio per ascoltarle. “La valigia dei destini incrociati” è un lavoro prezioso, perché parla ai ragazzi, senza lasciar loro la sensazione che tutto questo non li riguardi, semplicemente perché non c’erano.
[Maurizio Stammati]
Sembra che Alessandro Izzi voglia mettere in scena un altro personaggio a cui tiene molto, il suo, quello dell’autore-personaggio, ovvero il narratore esterno della prosa classica. A sognare, quindi, non sono solo i personaggi e gli spettatori/lettori della sua storia, ma anche l’autore mentre immagina come essa potrà essere vista e sentita dal pubblico, nonché attualizzata su di un palco con le sue luci e ombre.
[Ambra Simeone]
Alessandro Izzi, critico cinematografico e saggista è caporedattore della rivista «Close-up» di Roma. È autore di numerosi saggi contenuti in volume e dei libri “Dal Tibet a Hollywood - Scorsese, Bertolucci e Herzog: tre sguardi occidentali sul buddhismo” (Aracne, 2008) e “Nuovo Cinema Tedesco”, scritto a quattro mani con Giovanni Spagnoletti (Dino Audino Editore, 2009). Abbina alle pubblicazioni un’intensa attività di didattica del cinema e dell’audiovisivo nelle scuole di ogni ordine e grado.
L’orrore dell’Olocausto non è che è stato, ma che può ancora essere. Sta solo a noi trovare ogni giorno le parole perché non sia.